Klaus Egger Blog

Freitag, 27. September 2013

Autonomie von allen für alle

Aufgrund des Besuchs von Rebecca Harms, EU Fraktionsvorsitzende der Grünen gab es gestern Abend eine spannende Diskussion über die Selbstbestimmungsdebatten. Heute Vormittag eine Pressekonferenz dazu. Nachfolgend findet ihr unsere Antwort auf die diversen Vorschläge der Freistaatler und Co. - das nenn ich mal eine Vision! Eine Vision die von allen BürgerInnen dieses Landes gemeinsam geschrieben wird.




Text in Deutsch weiter unten




Una Casa Comune nel cuore dell’Europa – La nostra visione per lo sviluppo dell’Autonomia 
 
L’Alto Adige ‐ Südtirol è una terra fortunata. Qui si incontrano tre lingue e tre culture in un paesaggio meraviglioso e in una natura che, protetta dalle montagne, non ha ancora perso la sua ricchezza e la sua biodiversità.
L’Alto Adige ‐ Südtirol è una terra minacciata: dal ritorno dei nazionalismi, dalla paura del futuro, dall’impoverimento di una parte crescente della popolazione, dalla febbre della xenofobia, dall’egoismo di pochi che vogliono tutto e subito. I partiti che hanno fin qui governato, in particolare il partito di maggioranza assoluta, sono diventati un’agenzia di distribuzione di privilegi e denaro capace solo di riprodurre se stessa. Non si vede, in chi oggi è al potere, nessuna idea e nessuna proposta per un Alto Adige ‐ Südtirol del domani.
Noi consideriamo l’Alto Adige ‐ Südtirol la casa comune di tutte le cittadine e i cittadini che vi abitano. La casa comune di italiani, tedeschi, ladini e persone arrivate dal resto del mondo.
Questa casa comune deve essere curata da tutti e tutte in nome del bene collettivo e di soluzione che siano durevoli nel futuro. I cambiamenti climatici non si fermano ai confini della nostra provincia, ma ci costringono a ripensare radicalmente il nostro modo di vivere, di produrre e di consumare.
L’Alto Adige ‐ Südtirol può diventare una eco‐regione in cui si sperimentano soluzioni innovative e democraticamente condivise per risparmiare energia, tutelare la natura, convertire l’agricoltura alla produzione biologica, promuovere un turismo della cultura e dell’ambiente, creare circuiti di scambio locale, far muovere le persone fermando la valanga del traffico, pulire l’aria, risparmiare l’acqua, eliminare il frastuono, restituire allo sguardo il cielo notturno e le sue stelle.
Una terra, anche, con posti di lavoro sicuri e qualificati, un'alta garanzia sociale per le famiglie, un Alto Adige‐ Südtirol della solidarietà tra le generazioni: giovani volonterosi e amanti della vita, anziani con una serena e dignitosa esistenza. Una terra con donne forti nelle posizioni di vertice.
Per poter realizzare questa visione l'Alto Adige‐ Südtirol ha bisogno non solo del coraggio del rinnovam,ento, ma anche di una nuova cultura democratica.
L’Alto Adige ‐ Südtirol può diventare il laboratorio di un’Europa di pace, di convivenza e di democrazia, facendo fruttare la sua diversità culturale e linguistica, sperimentando l’integrazione e il dialogo, mettendo il plurilinguismo al primo posto.
L’Alto Adige ‐ Südtirol può diventare un esempio di democrazia federalista, se saprà diffondere partecipazione e autonomia restituendo sovranità alle cittadine e ai cittadini.
L’Alto Adige è la provincia più autonoma d’Europa, ma quanto è europea la nostra autonomia? E quanto sono autonomi i cittadini e le cittadine, i comuni, le scuole, la cultura, l’informazione, la Bozen/Bolzano, 27/09/2013 società civile? L’autonomia è sequestrata nelle stanze della Giunta provinciale, dove è diventata preda di interessi e di lobby. Le decisioni vengono prese sulla testa della popolazione da una Casta gelosa del proprio potere.
Il pericolo di un nuovo nazionalismo si sta delineando chiaramente. Proprio per questo è necessario il rafforzamento dell’identità territoriale. 

Chiediamo perciò:
• Di far fruttare meglio le strategie di democratizzazione „dall’alto“: A livello di Unione Europea devono essere rafforzati i processi democratici e di partecipazione, specie il ruolo del Parlamento europeo.
• Di far fruttare meglio le strategie di democratizzazione „dal basso“: rafforzando la democrazia diretta e aumentando il potere decisionale al livello locale e regionale.
• Sviluppare insieme una visione su come realizzare una regione modello europea in cui realizzare valori come Democrazia, Solidarietà, Libertà. 

Le nostre proposte:
Utilizzare la prossima, 15a legislatura come ”Legislatura Costituente”, per costruire una “Terza Autonomia”. Obiettivo è una “Costituzione Comune” per i sudtirolesi di ogni lingua elaborata attraverso un processo di partecipazione.
• Elaborare insieme ai cittadine e alle cittadine un’autonomia che:
‐ Trasferisca ai comuni i poteri sul proprio territorio, assicurando loro finanziamenti certi;
‐ promuova la partecipazione di tutti i gruppi linguistici all’autonomia;
‐ riduca a un anno il vincolo della residenza per i diritti politici ed elettorali;
‐ sospenda l’applicazione della proporzionale, salvo verifiche periodiche;
‐ riduca i vincoli e le penalizzazioni collegate al censimento linguistico;
‐ riconosca i diritti civili del singolo almeno quanto quelli del gruppo.
• Una nuova legge sulla partecipazione e democrazia diretta che preveda:
‐ referendum sulle decisioni più rilevanti, comprese le delibere della Giunta provinciale;
‐ un quorum più basso e la riduzione del numero di firme necessario;
‐ un’informazione istituzionale chiara e trasparente sulle materie sottoposte a referendum;
‐ la possibilità di sottoporre al voto della popolazione più proposte alternative;
‐ l’obbligo di presentare le Grandi opere („Großprojekte“) ai cittadini e alle cittadine ancora in corso di progettazione. Bozen/Bolzano, 27/09/2013


Eine gemeinsame Heimat im Herzen Europas – Unsere Vision zur Weitergestaltung der Autonomie 
 
Südtirol ist ein begnadetes Land. Hier treffen sich drei und mehr Sprachen und Kulturen in einer wunderbaren Landschaft und einer Natur, die Vielfalt und Reichtum im Schutz der Berge noch nicht preisgegeben hat.
Dennoch ist Südtirol auch gefährdet. Wir erleben, neben Zukunftsangst und neuer Verarmung, die Rückkehr der Nationalismen und die Verbreitung von Fremdenhass. Die Regierenden in Land und Gemeinden, insbesondere die Mehrheitspartei, haben hierzu keine wirklichen Zukunftsperspektiven vorzuweisen. Ihr Hauptziel ist der Machterhalt, sie schreiben eben das Bekannte fort. Inhaltlich und in der Methode.
Wir Grüne empfinden Südtirol als gemeinsames Haus, in dem alle Bürgerinnen und Bürger wohnen und das sie als ihre Heimat wahrnehmen können: Deutsch‐, Italienisch‐, Ladinischsprachige ebenso wie die BürgerInnen aus anderen Teilen der Welt.
Diese gemeinsame Heimat muss von allen gehütet und gefördert werden, und zwar im Sinne des Gemeinwohls und mit zukunftsweisenden Lösungen. Der Klimawandel macht nicht an den Grenzen unseres Landes Halt. Gleich wie die anderen BürgerInnen der Erde sind auch wir angehalten, unseren Lebensstil, unsere Produktionsweisen und unser Konsumverhalten zu hinterfragen.
Wir wünschen Südtirol als nachhaltige Modellregion – das ist unsere Vision. Es könnte zum Herzland für innovative Lösungen aufsteigen, wo umweltfreundliche Produktionsweisen ebenso entwickelt werden wie Energiesparkonzepte; in dem die Natur geschützt und die Landwirtschaft auf biologische Anbauweisen umgestellt wird. Südtirol als Lebensraum für lokale Kreisläufe, wo die Menschen nachhaltig mobil sind; wo Wasser gespart, der Lärm gemildert, der fossile Verkehr verringert, die Luft sauber ist. Ein Land, in dem der Blick in den Nachthimmel frei ist von Smog und Lichtverschmutzung.
Ein Land aber auch mit qualifizierten und sicheren Arbeitsplätzen, sozialer Sicherheit für Familien, ein Südtirol, wo sich die Generationen zusammengehörig fühlen: lebensfrohe und leistungsbereite Jugendliche, alte Menschen mit einem würdigen und abgesicherten Lebensabend. Und mit selbstbewussten Frauen in Führungspositionen.
Dieses Land braucht für die Umsetzung dieser Vision nicht nur Mut zum Neuen, sondern auch eine neue demokratische Kultur.
Südtirol wird dann ein Labor des Zusammenlebens in einem friedlichen und solidarischen Europa werden, wenn wir imstande sind, unsere kulturelle Vielfalt zu nutzen und die Chancen der Mehrsprachigkeit einzusetzen. Bozen/Bolzano, 27/09/2013
Südtirol hat das Potenzial, jetzt seine demokratischen Defizite aufzuholen. Jetzt ist der Moment da, Beteiligung und Autonomie zusammenzuführen und den BürgerInnen die Entscheidungsmacht zurück zu geben.
Südtirol ist eine der Regionen Europas mit der am weitesten entwickelten Autonomie. Wie europäisch ist jedoch unsere Autonomie? Und wie viel Autonomie, wie viel Freiheit haben andererseits die BürgerInnen dieses Landes in ihrer Lebensgestaltung? Wie autonom sind Gemeinden und Schulen, wie autonom ist die Kultur, das Mediensystem, die Gesellschaft? Ist die Autonomie nicht vielmehr gefesselt an die Sessel der Macht in der Landesregierung, eine Geisel der Lobbies und Einzelinteressen.
Die Gefahr eines steigenden, wieder aufflammenden Nationalismus und ethnischer Nabelschau im Lande zeichnet sich deutlich ab. Dagegen sind die Bemühungen um eine territoriale Identität deutlich zu verstärken. 

Wir Grüne fordern:
• Strategien einer Demokratisierung „von oben“ besser nutzen: Auf EU‐Ebene sind die demokratischen Prozesse entschieden zu stärken, besonders die Rolle des EU‐Parlaments.
• Strategien einer Demokratisierung „von unten“ sind besser zu nutzen: Durch Stärkung der „Direkten Demokratie“ und der Entscheidungsbefugnisse auf lokaler und regionaler Ebene.
• Eine gemeinsame Vision, wie in einer europäischen Modellregion Südtirol Werte wie Demokratie, Solidarität und Freiheit zu verwirklichen sind.
• Verstärkte Kooperationen mit unseren Nachbarregionen, vorab mit dem Trentino und Tirol, um die gemeinsamen Anliegen des zentralen Alpenraums zu stärken. 

Unsere Vorschläge:
Die kommende, 15. Legislaturperiode wird zur “autonomiegebenden Legislatur”, um das Dritte Autonomiestatut zu schreiben. Ziel ist eine “gemeinsame Verfassung” für die SüdtirolerInnen aller Sprachgruppen, die aus einem Prozess der Mitbestimmung und Partizipation erwächst. Bozen/Bolzano, 27/09/2013
• Diese “Autonomie der Bürgerinnen“ soll:
‐ den Gemeinden mit entsprechenden, sicheren finanziellen Zuweisungen, Gestaltungshoheit und ‐raum über ihr Gebiet geben;
‐ die Teilhabe der BürgerInnen aller Sprachgruppen an der Autonomie fördern;
‐ die Ansässigkeitsklausel für die Wahrnehmung der politischen Rechte und des Wahlrechts auf 1 Jahr verringern;
‐ den ethnischen Proporz zeitbegrenzt aussetzen und periodisch die gerechte Verteilung nach Sprachgruppen überprüfen;
‐ Beschränkungen und Bestrafungsmechanismen aussetzen, die mit der Sprachgruppenzugehörigkeitserklärung zusammenhängen.
• Ein neues Gesetz zur Mitbestimmung und Direkten Demokratie, welches:
‐ Referenden zu den wesentlichen Entscheidungen, auch den Beschlüssen der Landesregierung, vorsieht;
‐ ein niedriges Beteiligungsquorum und eine geringere Zahl an nötigen Unterschriften für die Einbringung von Volksbefragungen und Referenden vorsieht;
‐ zu einer verständlichen und transparenten öffentlichen Information zu den Fragestellungen der Referenden verpflichtet;
‐ die Möglichkeit zur gleichzeitigen Abstimmung über mehrere Alternativen bietet;
‐ zur öffentlichen Vorstellung der Großprojekte noch während der Planungsphase verpflichtet.


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