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Una Casa
Comune nel cuore dell’Europa – La nostra visione per lo sviluppo dell’Autonomia
L’Alto Adige ‐
Südtirol è una terra fortunata. Qui si incontrano tre lingue e tre culture in
un paesaggio meraviglioso e in una natura che, protetta dalle montagne, non ha
ancora perso la sua ricchezza e la sua biodiversità.
L’Alto Adige ‐
Südtirol è una terra minacciata: dal ritorno dei nazionalismi, dalla paura del
futuro, dall’impoverimento di una parte crescente della popolazione, dalla
febbre della xenofobia, dall’egoismo di pochi che vogliono tutto e subito. I
partiti che hanno fin qui governato, in particolare il partito di maggioranza
assoluta, sono diventati un’agenzia di distribuzione di privilegi e denaro
capace solo di riprodurre se stessa. Non si vede, in chi oggi è al potere,
nessuna idea e nessuna proposta per un Alto Adige ‐ Südtirol del domani.
Noi consideriamo
l’Alto Adige ‐ Südtirol la casa comune di tutte le cittadine e i cittadini che
vi abitano. La casa comune di italiani, tedeschi, ladini e persone arrivate dal
resto del mondo.
Questa casa
comune deve essere curata da tutti e tutte in nome del bene collettivo e di
soluzione che siano durevoli nel futuro. I cambiamenti climatici non si fermano
ai confini della nostra provincia, ma ci costringono a ripensare radicalmente
il nostro modo di vivere, di produrre e di consumare.
L’Alto Adige ‐
Südtirol può diventare una eco‐regione in cui si sperimentano soluzioni
innovative e democraticamente condivise per risparmiare energia, tutelare la
natura, convertire l’agricoltura alla produzione biologica, promuovere un
turismo della cultura e dell’ambiente, creare circuiti di scambio locale, far
muovere le persone fermando la valanga del traffico, pulire l’aria, risparmiare
l’acqua, eliminare il frastuono, restituire allo sguardo il cielo notturno e le
sue stelle.
Una terra,
anche, con posti di lavoro sicuri e qualificati, un'alta garanzia sociale per
le famiglie, un Alto Adige‐ Südtirol della solidarietà tra le generazioni: giovani
volonterosi e amanti della vita, anziani con una serena e dignitosa esistenza.
Una terra con donne forti nelle posizioni di vertice.
Per poter
realizzare questa visione l'Alto Adige‐ Südtirol ha bisogno non solo del
coraggio del rinnovam,ento, ma anche di una nuova cultura democratica.
L’Alto Adige ‐
Südtirol può diventare il laboratorio di un’Europa di pace, di convivenza e di
democrazia, facendo fruttare la sua diversità culturale e linguistica,
sperimentando l’integrazione e il dialogo, mettendo il plurilinguismo al primo
posto.
L’Alto Adige ‐
Südtirol può diventare un esempio di democrazia federalista, se saprà
diffondere partecipazione e autonomia restituendo sovranità alle cittadine e ai
cittadini.
L’Alto Adige è
la provincia più autonoma d’Europa, ma quanto è europea la nostra autonomia? E
quanto sono autonomi i cittadini e le cittadine, i comuni, le scuole, la
cultura, l’informazione, la Bozen/Bolzano, 27/09/2013 società civile?
L’autonomia è sequestrata nelle stanze della Giunta provinciale, dove è
diventata preda di interessi e di lobby. Le decisioni vengono prese sulla testa
della popolazione da una Casta gelosa del proprio potere.
Il pericolo di
un nuovo nazionalismo si sta delineando chiaramente. Proprio per questo è
necessario il rafforzamento dell’identità territoriale.
Chiediamo
perciò:
• Di far
fruttare meglio le strategie di democratizzazione „dall’alto“: A livello di
Unione Europea devono essere rafforzati i processi democratici e di
partecipazione, specie il ruolo del Parlamento europeo.
• Di far
fruttare meglio le strategie di democratizzazione „dal basso“: rafforzando la
democrazia diretta e aumentando il potere decisionale al livello locale e
regionale.
• Sviluppare
insieme una visione su come realizzare una regione modello europea in cui
realizzare valori come Democrazia, Solidarietà, Libertà.
Le nostre
proposte:
Utilizzare la
prossima, 15a legislatura come ”Legislatura Costituente”, per costruire una
“Terza Autonomia”. Obiettivo è una “Costituzione Comune” per i sudtirolesi di
ogni lingua elaborata attraverso un processo di partecipazione.
• Elaborare
insieme ai cittadine e alle cittadine un’autonomia che:
‐ Trasferisca ai
comuni i poteri sul proprio territorio, assicurando loro finanziamenti certi;
‐ promuova la
partecipazione di tutti i gruppi linguistici all’autonomia;
‐ riduca a un
anno il vincolo della residenza per i diritti politici ed elettorali;
‐ sospenda
l’applicazione della proporzionale, salvo verifiche periodiche;
‐ riduca i
vincoli e le penalizzazioni collegate al censimento linguistico;
‐ riconosca i
diritti civili del singolo almeno quanto quelli del gruppo.
• Una nuova
legge sulla partecipazione e democrazia diretta che preveda:
‐ referendum
sulle decisioni più rilevanti, comprese le delibere della Giunta provinciale;
‐ un quorum più
basso e la riduzione del numero di firme necessario;
‐
un’informazione istituzionale chiara e trasparente sulle materie sottoposte a
referendum;
‐ la possibilità
di sottoporre al voto della popolazione più proposte alternative;
‐ l’obbligo di
presentare le Grandi opere („Großprojekte“) ai cittadini e alle cittadine
ancora in corso di progettazione. Bozen/Bolzano, 27/09/2013
Südtirol ist ein begnadetes Land. Hier treffen sich drei
und mehr Sprachen und Kulturen in einer wunderbaren Landschaft und einer Natur,
die Vielfalt und Reichtum im Schutz der Berge noch nicht preisgegeben hat.
Dennoch ist Südtirol auch gefährdet. Wir erleben, neben
Zukunftsangst und neuer Verarmung, die Rückkehr der Nationalismen und die
Verbreitung von Fremdenhass. Die Regierenden in Land und Gemeinden,
insbesondere die Mehrheitspartei, haben hierzu keine wirklichen
Zukunftsperspektiven vorzuweisen. Ihr Hauptziel ist der Machterhalt, sie
schreiben eben das Bekannte fort. Inhaltlich und in der Methode.
Wir Grüne empfinden Südtirol als gemeinsames Haus, in dem
alle Bürgerinnen und Bürger wohnen und das sie als ihre Heimat wahrnehmen
können: Deutsch‐, Italienisch‐, Ladinischsprachige ebenso wie die BürgerInnen
aus anderen Teilen der Welt.
Diese gemeinsame Heimat muss von allen gehütet und
gefördert werden, und zwar im Sinne des Gemeinwohls und mit zukunftsweisenden
Lösungen. Der Klimawandel macht nicht an den Grenzen unseres Landes Halt.
Gleich wie die anderen BürgerInnen der Erde sind auch wir angehalten, unseren
Lebensstil, unsere Produktionsweisen und unser Konsumverhalten zu hinterfragen.
Wir wünschen Südtirol als nachhaltige Modellregion – das
ist unsere Vision. Es könnte zum Herzland für innovative Lösungen aufsteigen,
wo umweltfreundliche Produktionsweisen ebenso entwickelt werden wie
Energiesparkonzepte; in dem die Natur geschützt und die Landwirtschaft auf
biologische Anbauweisen umgestellt wird. Südtirol als Lebensraum für lokale
Kreisläufe, wo die Menschen nachhaltig mobil sind; wo Wasser gespart, der Lärm
gemildert, der fossile Verkehr verringert, die Luft sauber ist. Ein Land, in
dem der Blick in den Nachthimmel frei ist von Smog und Lichtverschmutzung.
Ein Land aber auch mit qualifizierten und sicheren
Arbeitsplätzen, sozialer Sicherheit für Familien, ein Südtirol, wo sich die
Generationen zusammengehörig fühlen: lebensfrohe und leistungsbereite
Jugendliche, alte Menschen mit einem würdigen und abgesicherten Lebensabend.
Und mit selbstbewussten Frauen in Führungspositionen.
Dieses Land braucht für die Umsetzung dieser Vision nicht
nur Mut zum Neuen, sondern auch eine neue demokratische Kultur.
Südtirol wird dann ein Labor des Zusammenlebens in einem
friedlichen und solidarischen Europa werden, wenn wir imstande sind, unsere
kulturelle Vielfalt zu nutzen und die Chancen der Mehrsprachigkeit einzusetzen.
Bozen/Bolzano, 27/09/2013
Südtirol hat das Potenzial,
jetzt seine demokratischen Defizite aufzuholen. Jetzt ist der Moment da,
Beteiligung und Autonomie zusammenzuführen und den BürgerInnen die
Entscheidungsmacht zurück zu geben.
Südtirol ist eine der Regionen Europas mit der am
weitesten entwickelten Autonomie. Wie europäisch ist jedoch unsere Autonomie?
Und wie viel Autonomie, wie viel Freiheit haben andererseits die BürgerInnen
dieses Landes in ihrer Lebensgestaltung? Wie autonom sind Gemeinden und
Schulen, wie autonom ist die Kultur, das Mediensystem, die Gesellschaft? Ist
die Autonomie nicht vielmehr gefesselt an die Sessel der Macht in der
Landesregierung, eine Geisel der Lobbies und Einzelinteressen.
Die Gefahr eines steigenden, wieder aufflammenden
Nationalismus und ethnischer Nabelschau im Lande zeichnet sich deutlich ab.
Dagegen sind die Bemühungen um eine territoriale Identität deutlich zu
verstärken.
Wir
Grüne fordern:
• Strategien einer Demokratisierung „von oben“ besser
nutzen: Auf EU‐Ebene sind die demokratischen Prozesse entschieden zu stärken,
besonders die Rolle des EU‐Parlaments.
• Strategien einer Demokratisierung „von unten“ sind
besser zu nutzen: Durch Stärkung der „Direkten Demokratie“ und der
Entscheidungsbefugnisse auf lokaler und regionaler Ebene.
• Eine gemeinsame Vision, wie in einer europäischen
Modellregion Südtirol Werte wie Demokratie, Solidarität und Freiheit zu
verwirklichen sind.
• Verstärkte Kooperationen mit unseren Nachbarregionen,
vorab mit dem Trentino und Tirol, um die gemeinsamen Anliegen des zentralen
Alpenraums zu stärken.
Unsere
Vorschläge:
Die
kommende, 15. Legislaturperiode wird zur “autonomiegebenden Legislatur”, um das
Dritte Autonomiestatut zu schreiben. Ziel ist eine “gemeinsame Verfassung” für
die SüdtirolerInnen aller Sprachgruppen, die aus einem Prozess der
Mitbestimmung und Partizipation erwächst. Bozen/Bolzano, 27/09/2013
• Diese “Autonomie der
Bürgerinnen“ soll:
‐ den Gemeinden mit entsprechenden, sicheren finanziellen
Zuweisungen, Gestaltungshoheit und ‐raum über ihr Gebiet geben;
‐ die Teilhabe der BürgerInnen aller Sprachgruppen an der
Autonomie fördern;
‐ die Ansässigkeitsklausel für die Wahrnehmung der
politischen Rechte und des Wahlrechts auf 1 Jahr verringern;
‐ den ethnischen Proporz zeitbegrenzt aussetzen und
periodisch die gerechte Verteilung nach Sprachgruppen überprüfen;
‐ Beschränkungen und Bestrafungsmechanismen aussetzen, die
mit der Sprachgruppenzugehörigkeitserklärung zusammenhängen.
• Ein neues Gesetz zur Mitbestimmung und Direkten
Demokratie, welches:
‐ Referenden zu den wesentlichen Entscheidungen, auch den Beschlüssen
der Landesregierung, vorsieht;
‐ ein niedriges Beteiligungsquorum und eine geringere Zahl
an nötigen Unterschriften für die Einbringung von Volksbefragungen und
Referenden vorsieht;
‐ zu einer verständlichen und transparenten öffentlichen
Information zu den Fragestellungen der Referenden verpflichtet;
‐ die Möglichkeit zur gleichzeitigen Abstimmung über
mehrere Alternativen bietet;
‐ zur öffentlichen
Vorstellung der Großprojekte noch während der Planungsphase verpflichtet.
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